Valori e tricolori

Lettera al Sindaco di Reggio Emilia, Antonella Spaggiari, pubblicata su «Liberazione», Roma, 11 gennaio 1997, p. 25.

VALORI E TRICOLORI

Signor Sindaco di Reggio Emilia e presidente del Comitato regionale per le celebrazioni del Bicentenario del Tricolore.

Come ho già detto per telefono a una Sua funzionaria, non sono in condizioni – a causa di disfunzioni del mio vecchio cuore – di affrontare un lungo viaggio e di esser presente alle Celebrazioni del bicentenario del Tricolore, a cui Ella ha voluto invitarmi nella mia qualità di Costituente insieme agli altri sopravvissuti di quella gloriosa Assemblea, ideale continuatrice e rinnovatrice (dopo la notte della monarchia reazionaria e della dittatura fascista) degli ideali repubblicani, democratici e laici che dettero vita in Reggio alla Repubblica Cispadana e che vennero simboleggiati nella bandiera tricolore. In questa solenne ricorrenza che riveste un preciso valore solo se collegata con i valori repubblicani, democratici e laici del giacobinismo italiano, e non con un retorico e qualunquistico significato nazionale, ritengo non pretestuoso trarne motivo attuale e sentirne lo stimolo che ne viene alla difesa della nostra Costituzione cosí altamente e strenuamente propugnata da Giuseppe Dossetti, partigiano sull’Appennino reggiano e autorevolissimo membro della Costituente. Costituzione ora minacciata da stravolgimenti presidenzialistici e populistici – non democratici – entro un tetro, ottuso clima di revisionismo storico, di omologazione dei valori e dei disvalori della nostra storia, di equiparazione fra i caduti, nella Resistenza, per la libertà e l’indipendenza del nostro paese e i caduti per il ripristino della dittatura e per l’asservimento dell’Italia alla Germania nazista.

I caduti nella Resistenza possono ben essere sentiti idealmente fratelli dei giovani repubblicani cispadani e poi cisalpini e poi italiani che seguirono la «tricolorata bandiera» (per cui il giovane Foscolo dedicò alla città di Reggio l’ode Bonaparte liberatore) nella lotta armata contro gli Austriaci e le bande sanfediste pur etnicamente italiane.

Rivolgo il mio saluto ai Costituenti presenti a Reggio e fra loro al Costituente Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, alle altre cariche istituzionali, a Mario Luzi, chiamato come voce della poesia non estranea al senso profondo di queste celebrazioni, e ringrazio Lei che rappresenta una città a me cara anche per aver dato i natali ad uno dei grandi poeti italiani da me piú a lungo criticamente interpretati, Ludovico Ariosto.